Narconon - storie vere di lotta alla tossicodipendenza

Parla la mamma di Andrea – lottare contro la dipendenza

“Abbiamo scoperto che Andrea aveva un problema di dipendenza 10 anni fa, ma più che scoprirlo noi è stato lui a venire da noi a chiedere aiuto.

La scoperta

Lui, come tanti giovani, fumava le canne, che è comunque una cosa deleteria e non è ammissibile. E un giorno, lo spacciatore che gli dava le canne da fumare gli ha detto che non aveva più l’erba ma aveva l’eroina. Lui ha preso quella, una volta, due volte e la terza era già infognato e quindi ha capito da solo che non ne sarebbe venuto fuori, ed è stato lì che ha chiesto aiuto.

Ai tempi andò al centro Narconon in Calabria e quando uscì dopo il suo percorso stette pulito per 9 anni. E adesso cosa è successo? Che per una delusione amorosa è precipitato tutto in un attimo e siamo di nuovo qua. Lui ha sempre capito che noi cercavamo di aiutarlo, però è stata molto dura la seconda volta consigliargli di andare al centro, perché non ne voleva sapere.

Convincerlo non è stato facile

Non voleva e quindi mi ha fatto tribolare parecchio, qualche mese, prima di tornare qui. Però poi ha capito che comunque è l’unica, ma veramente l’unica strada. Ha voluto provare ad andare al Sert, ci è andato ma là non c’è niente. Là ti danno il metadone, tu esci fuori, lo scambi, lo vendi e non c’è nessuno lì con te. Non è come qui che sono seguiti 24h su 24. Lì era sempre solo e nella solitudine uno che pecca continua a peccare, cioè non ha nessuno che lo prende e lo tira via. Qui sì, qui c’è un percorso che ai ragazzi serve tanto, ed è un percorso che serve tanto anche a noi genitori. Sono contenta che comunque da uno sbaglio, da un errore molto grave, si possa costruire qualcosa di molto buono.

La pazienza di un genitore

Un consiglio che posso dare ai genitori che si trovano in una situazione del genere è che almeno uno dei due genitori tenga sempre un attimino la parte, perché questi ragazzi si sentono già abbandonati perché sanno che le loro scelte non sono buone. Se tutti e due i genitori gli danno contro è troppo secondo me, loro devono avere fiducia almeno in uno dei due e più tu riesci a far sì che loro abbiano fiducia in te più tu puoi dar loro consigli perché per loro è molto dura dire ‘vado in un centro a disintossicarmi’.

Non scherziamo, stiamo parlando di una cosa tremenda, quindi per far sì che loro scelgano la cosa migliore per il loro futuro bisogna avere un po’ di pazienza. Lo so che tante volte anche io avrei preso le padelle, i piatti e glieli avrei rotti tutti in testa, però se tu resisti anche loro resistono, se tu cedi loro dicono ‘boh ha ceduto anche mia mamma, allora io che faccio? Cedo anche io e continuo a drogarmi’.

Non perdere la fiducia

Dopo la ricaduta gli altri avevano perso fiducia e mi sono trovata da sola a combattere con questo mostro, che è potentissimo, però io ho voluto combatterlo e sono sicura che sto facendo la cosa giusta, perché vedo che lui adesso è contento e mi ringrazia e mi dice ‘grazie mamma che mi hai dato di nuovo questa opportunità’.

Quindi per me, nonostante abbia avuto una sofferenza, questa è una gioia. È una gioia perché penso che tra un po’ lui sorriderà di nuovo alla vita, come è giusto che sia. E il momento più bello e appagante di questo percorso è quando lui ti guarda, ti abbraccia e ti dice ‘grazie’. E tu ti senti bene perché hai fatto la cosa bella e giusta e lì sei appagato di tutto. Non c’è niente che possa reggere il confronto.”

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