Narconon Piemonte - storie di successo - liberati dalla dipendenza da droghe e alcol

L’ho vissuta come una rinascita personale

“Fino al compimento dei miei 15 anni la mia vita era stata molto regolare e tranquilla, diciamo che fino a quel momento avevo vissuto come un normale ragazzino di quell’età, con i suoi doveri e mantenendo costanti i suoi hobby e l’attività fisica. Vedendomi ora con gli occhi di un adulto riconosco che già qualche pensiero deviante iniziava a fare capolino nella mia testa e aspettava solo l’adolescenza per essere messo in pratica. Qualche amico già dava segni di squilibrio, appariva più grande dell’età che aveva e io lo invidiavo.
Iniziai a frequentare compagnie di gente maggiorenne, conobbi la marijuana e poi le sigarette, infine l’alcool. Intanto a casa la situazione non era delle migliori, mia mamma continuava a essere molto rigida nei miei confronti e con mio papà litigava sempre. Io colsi l’occasione per fare il ragazzo ribelle e ogni scusa era buona per uscire a fumare e bere. Persi il rispetto verso i miei genitori ed ora mi rendo conto che è stata la prima prima cosa veramente negativa che ho fatto.

Continuai per i restanti anni di scuola e mi sentivo appagato da questo modo di vivere, fuori dagli schemi e oltre i limiti. Era un continuo rincorrere esperienze con la droga e a 16 anni la cocaina entrò a far parte della mia vita, prima sporadicamente, poi con molta più frequenza. Provai altre sostanze, perlopiù sintetiche, a causa del fatto che iniziai a frequentare i club, le discoteche e qualsiasi tipo di festa techno.

L’alcool continuava a essere una costante nelle mie giornate, la droga era una variabile, ma l’alcool mi dava quella spinta nel superare ogni mia insicurezza.
Capii di essere una persona insicura, forse anche per l’età che avevo, le esperienze che acquisivo non erano adatte ad una persona di quell’età. A 17 anni mi resi conto che per mantenere il mio stile di vita non bastavano i miei soldi e iniziai a spacciare, ennesimo atto di ribellione nei confronti della società.

Finita la scuola per i primi sei mesi vissi nei bar e nelle birrerie, i weekend ero a ballare. Una sera mentre stavo acquistando la merce mi arrivò un’offerta di lavoro che accettai all’istante e così iniziai a fare il portantino. Dopo sei mesi ebbi la prima forte avvisaglia che la maniera in cui stavo conducendo la mia vita non era corretta, con un amico mi schiantai contro una gru rischiando di rimanerci secco. Me la cavai con una prognosi di 8 mesi per il recupero quasi totale del braccio che mi ero demolito.

Il giorno dopo i Carabinieri erano a casa mia, vi ricordate che spacciavo? Ecco, erano venuti a darmi la seconda avvisaglia. Inizia la mia lunga fisioterapia che ovviamente affrontai a base di alcool e droghe, e realizzai che a 19 anni mi ero quasi rovinato la vita.

Passò un anno e iniziai a frequentare una ragazza, ovviamente conosciuta nell’ambiente dei bar. Da lì a due anni diventerà la madre di mia figlia. Andammo a convivere e il mio atteggiamento passivo mi portò a vivere una relazione malata. Lei era tanto più grande di me, io diminuì la droga ma l’alcool era ormai parte di me.

Il 22 novembre 2018 venne al mondo mia figlia, in circostanze molto difficili, lei e la madre vennero ricoverate e io mi resi conto che la vita ancora una volta mi sta avvertendo. In questo caso il mio unico errore era stato quello di non impormi verso la mia ragazza per farla smettere con erba e alcool, che l’hanno portata al collasso e quasi alla morte.

Passo 3 mesi d’inferno e speranza tra ospedali e qualche momento che riuscii a ritagliarmi per bere alcool. Morale della favola appena si sistemò la situazione, abbandonai la mia compagna e mia figlia rifiutando ogni tipo di discussione e confronto. Scappai… fuggii e mi rifugiai nelle droghe fino ad appiccicarmi ad un’altra ragazza che mi dava la speranza di una nuova vita. Andai a convivere anche con lei, lavoravamo insieme, ma un anno fa abbandonai di nuovo tutto rendendomi conto in realtà non ero adatto.

La mia vita andava avanti per inerzia, senza un ragionamento razionale, ce l’avevo con tutti, persino con me stesso, sentivo di aver ferito troppe persone e di voler sparire dalla faccia della terra.

Fortunatamente l’amore di una madre è più grande di ogni altra cosa e mi regalò un viaggio di sola andata verso il Narconon. Era la mattina del 31 ottobre 2021 e in casa mia comparvero due operatori Narconon, Daniele e Santina.

Non opposi molta resistenza e per la prima volta in vita mia mi affidai a mia mamma. Mi ritrovai catapultato in astinenza e affrontai le due settimane seguenti convincendomi del fatto di essere un drogato che deve ripulirsi dalla sostanza e per cancellare tutti i miei errori. Passai alla fase successiva e iniziai a rendermi conto che il Narconon non cura semplicemente una situazione di tossicodipendenza, ma scava più a fondo risalendo al vero motivo per cui una persona ha voluto intraprendere una vita piena di sostanze e di abusi.

Qui ho iniziato ad analizzare le mie paure, le mie insicurezze e i miei atteggiamenti sbagliati. Ho continuato il mio percorso studiando la mia persona, cercando di capire dove ho sempre sbagliato e prendendo consapevolezza di me stesso. Sono arrivato a capire di essere una persona che nonostante tutto ciò che ha commesso ha un valore e un’integrità personale.

Mi ritrovo oggi ad avere un’attenzione particolare verso il gruppo Narconon che vivo e verso la mia famiglia che presto raggiungerò. Infine mi ritrovo ad avere una cura maniacale della mia persona e della società in cui vivo, cosa impensabile per me fino a 5 mesi fa, prendendo coscienza del fatto che un piccolo gesto possa fare tanto per un qualsiasi altro individuo.

Giusto qualche settimana ho iniziato la raccolta di vestiti per i profughi della guerra in Ucraina ed ho consegnato i vestiti in parrocchia di Villafranca d’Asti. Con questo vorrei semplicemente dirvi che sono entrato con delle aspettative e esco completamente rigenerato da questa esperienza.

L’ho vissuta come una rinascita personale ed esco di qua come come un nuovo Fabio. Auguro ad ognuno di voi di sperimentare ciò che ho visto e vissuto io, consigliandovi di riporre totale fiducia negli operatori e nel programma e di non fermarvi ai primi cambiamenti che noterete in voi, ma continuando ogni giorno a persistere e proseguire con il vostro processo di crescita personale.”

Fabio

Se nella storia di Fabio rivedi te stesso o qualcuno che ti sta a cuore e vorresti una possibile soluzione alla trappola della dipendenza da droghe e alcol, chiama oggi stesso i nostri operatori:

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